Ettore Pinelli è un artista caleidoscopico che sperimenta e si rinnova mantenendo salde le componenti identificative che delineano lo stile e il linguaggio della sua produzione artistica. I suoi disegni immortalano attimi evanescenti in una sintesi visiva ed espressiva, un equilibrio dinamico tipico solamente di chi padroneggia la tecnica del disegno.
Dalle opere dell’artista siciliano si intravedono contrasti e scene di lotta in divenire che hanno come protagonisti personaggi senza identità e animali feroci. In prima istanza queste immagini sembrano richiamare le figure che popolano Los caprichos, la celebre serie di acqueforti di Francisco Goya. Sia Ettore Pinelli che il maestro spagnolo realizzano le proprie opere a partire da uno studio sociologico nitido e disincantato: i lavori che prendono forma sono fortemente permeati della condizione della società contemporanea dei rispettivi autori, ma, mentre Goya condanna la sua epoca attraverso forme iraconde e grottesche, Pinelli si focalizza su relazioni ed equilibri cristallizzando situazioni di conflitto da cui emergono l’azione e l’istinto individuali.
L’artista dimostra come sfumature di uno stesso colore, metafora delle molteplici sfaccettature che formano e compongono un individuo, siano un prezioso mezzo espressivo declinabile ed estremamente personale come già era riuscita a mostrare Kathe Kollwitz attraverso i suoi disegni a carboncino, ricondotti alla corrente dell’espressionismo tedesco per la loro capacità di rappresentare la condizione umana.
Le opere di Ettore Pinelli, realizzate con pastelli, carboncini e fusaggini, sono costituite da superfici monocromatiche suggestive e oniriche, composizioni in evoluzione che inducono chi le osserva a indagare gli sviluppi e le forme in divenire: da spettatore ad attore svolgendo così un ruolo attivo nella creazione dell’opera compiuta.
“Ho rappresentato persone senza volto, di cui l’identità non ha più importanza, volto coperto e volontà di reagire, schemi casuali e formazioni d’attacco dettate unicamente dalla “situazione”, si percepisce un’analisi di relazione molto poetica e meno violenta di quanto si possa immaginare, non esiste violenza, ma un fermo immagine / movimento che sublima l’azione / reazione.”
Formatosi presso l’Accademia di belle arti di Firenze, Ettore Pinelli si diploma in pittura e in progettazione e cura degli allestimenti. Nel 2009 fonda .LAB (Young Artists Sharing Ideas | Firenze) e a partire dal 2013 collabora con Antonio Sarnari e la galleria QUAM (Scicli). Nel 2014 viene selezionato per la prima edizione del Premio Fam Giovani (Agrigento) mentre nel 2015 partecipa alla residenza Ritratto a Mano 2.0 con Simone Berti e Valentina Vetturi (Caramanico Terme). Nello stesso anno viene insignito di diversi premi tra cui Premio Fondazione San Fedele (Milano); Premio We Art International (Milano); Imago Mundi Collection | Fondazione Benetton (Milano). Fra le sue ultime mostre si ricordano Artes | Some Velvet Drawings (ArtVerona); Altre Tipologie di Relazioni (Agrigento); Autonomie del Disegno (Scicli) e Realismo Informale (Scicli).
L'articolo Ettore Pinelli sembra essere il primo su Associazione ArtGallery.